Genga e San Vittore

 

Il comune di Genga è situato nella zona preappenninica delle Marche. Il territorio, uno dei più vasti della regione, si estende su una superficie di 74 km². Le linee di confine sono costituite dai comuni di Arcevia, Serra San Quirico, Fabriano e Sassoferrato. Il suolo è quasi tutto di tipo collinare con la sola eccezione dei tratti pianeggianti che delimitano il fiume Sentino che scorre parallelo alla strada comunale Frasassi e che attraversa il paese in tutto il suo spazio. Dista 63 km dal capoluogo di provincia Ancona.

Genga è un comune italiano di 1 938 abitanti[1] della provincia di Ancona nelle Marche.

Genga è un piccolo castello medioevale immerso nella natura, che dette origini alla nobile dinastia dei Conti della Genga, che consegnò alla storia illustri personaggi e guerrieri. Inoltre è anche un centro termale, riserva naturalistica e zona di enorme interesse speleo-carsico con le celeberrime grotte di Frasassi.

Monumenti e luoghi d'interesse :

la Chiesa di San Vittore alle Chiuse

 

Chiesa di San Vittore alle Chiuse, è il monumento più importante che sorge nel territorio comunale e uno dei migliori esempi di Architettura romanica nelle Marche. Si trova nella frazione di San Vittore Terme, dove sono anche le famose Grotte di Frasassi.

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    • Grotte di Frasassi. Sono delle grotte carsiche sotterranee che si trovano all'interno del Parco naturale regionale della Gola della Rossa e di Frasassi nella frazione di San Vittore Terme. È un famoso complesso formato da una serie di grotte di cui la prima visitabile dall'attuale ingresso è l'Abisso Ancona: ha un'estensione di 180 x 120 m ed una altezza di 200 m; è talmente ampio (oltre 2 milioni di m3) che al suo interno potrebbe essere contenuto senza problemi il Duomo di Milano.
    • Il Museo di Genga è stato istituito attorno al 1980 da Don Andrea Caporali e Don Enrico Principi e raccoglie opere d'arte, suppellettili e oggetti di culto di proprietà della Parrocchia di San Clemente e di altre Chiese del comprensorio di Genga. La raccolta, costituita da ventitré quadri su tavola o su tela, tre sculture e alcuni pezzi di paramenti liturgici, di mobili di sacrestia, di reliquiari, calici e libri liturgici antichi, è allestita nella Chiesa di San Clemente, la prima sede parrocchiale del Castello medievale, sorta nel XI secolo, restaurata e modificata nei secoli XVI e XVII
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      Il mistero sulle origini dell’Abbazia di San Vittore delle Chiuse

      Pubblicato il 14/11/2019 da Cristina Perna

      Nel comune di Genga, a pochi chilometri dalle famose Grotte di Frasassi, nel suggestivo scenario della Parco Naturale Regionale Gola della Rossa e di Frasassi, svetta imponente l’Abbazia di San Vittore delle Chiuseuna delle più importanti chiese in stile romanico delle Marche. Un luogo di culto immerso nel verde, dove l’architettura e l’ambiente si fondono in totale armonia, trasmettendo un senso di profonda pace e tranquillità.

      Quest’abbazia, protetta all’interno di un “anfiteatro” di montagnecustodisce un mistero ancora da risolvere. Ad aver attirato l’attenzione di molti studiosi, alcune sue caratteristiche architettoniche e la misteriosa presenza di un simbolo posto vicino alla pala sinistra dell’altare. Tutto questo potrebbe unire le sorti di quattro chiese marchigiane datate tra l’XI e il XII secolo che rappresentano un “unicum” nella nostra regione.

      Dove si trova l’Abbazia di San Vittore delle Chiuse

      L’abbazia, costruita in pietra calcarea, si trova a Genga, nella frazione di San Vittore, in prossimità di un ponte romano sul fiume Sentino, contraddistinto da una torre quadrangolare di difesa medievale. Rimarrete ammaliati dallo splendido scenario paesaggistico, e vi darà come l’impressione che l’abbazia sia a presidio dell’imbocco dell’angusta gola di Frasassi.  

      Foto di Giuliano Betti

      La facciata dell’edificio presenta una torre cilindrica e un alto torrione quadrangolare; elementi architettonici che le conferiscono l’aspetto di una fortezza.

      Entrando, è possibile riconoscere una pianta a croce greca inscritta in un quadrato; quattro grandi colonne suddividono le tre spoglie navate in nove campate, otto delle quali sovrastate da volte a crociera. La campata centrale è invece l’unica a essere sovrastata da una cupola, protetta esternamente da un tiburio ottagonale. L’interno è poco illuminato e privo di decorazioni, scandito da archi a tutto sesto.

       

      Foto di Lorenzo Cicconi Massi  

      Origine del nome dell’Abbazia di San Vittore delle Chiuse

      L’abbazia romanica di San Vittore delle Chiuse venne edificata dai longobardi verso la fine del X secolo all’inizio della Gola di Frasassi, all’interno di un “anfiteatro” di montagne dalle quali risulta completamente circondata. Si dice che lo stesso nome “delle Chiuse” (Rave di Clusis) le sia stato attribuito proprio per questo motivo, perché risultava “chiusa” trai monti, come se la proteggessero nascondendola. 

      Foto di Alessandra Bazzucchini @_echoes (da Instagram)  

      La Storia dell’Abbazia di San Vittore delle Chiuse

      L’abbazia che possiamo ammirare oggi venne probabilmente edificata tra il 1060 e il 1080, pur essendo documentata sin dal 1007 l’esistenza di un Monasterium de Victorianum.

      Il monastero era anticamente intitolato a San Benedetto, Santa Maria e San Vittore in fundo Victoriano, toponimo che, secondo alcuni studiosi, potrebbe far riferimento all’antico tempio di Jupiter Victor eretto a seguito della battaglia di Sentino del 295 a.C. Si tratta tuttavia di un’ipotesi non accertata; la dedicazione a San Vittore potrebbe derivare dalla denominazione con la quale, già dall’epoca romana, era indicato quel territorio, per l’appunto Victorianum.

      Solo in dei documenti successivi, datati 1085, sono citate le cinque consacrazioni della chiesa, oltre a Santa Maria e ai santi Benedetto e Vittore, anche i santi Biagio e Nicola; nel corso dei secoli le altre dedicazioni sono cadute in disuso ed è stata mantenuta solo quella a San Vittore.

      Bisognerà attendere il 1110 per veder comparire in un documento, in aggiunta al nome, la specifica de clusa e solo nel 1234 il plurale de clusis, probabilmente con riferimento al territorio nel quale l’abbazia è situata, cioè le chiuse della Gola di Frasassi.  

       

      Il convento conobbe il suo periodo di massimo splendore nel XIII secolo, arrivando a esercitare la sua giurisdizione su quarantadue chiese circostanti e su vasti terreni; nel XV secolo l’Abbazia, dopo un lungo declino, fu abbandonata ed è per questo che, a oggi, del complesso monastico non rimane quasi nulla.

      Dopo un lungo periodo di abbandono, all’inizio del XIX secolo venne riconvertita a fienile e stalla, per poi dare il via, dal 1830 e soprattutto nel ‘900, ai numerosi restauri che hanno riportato alla luce e restituito onore all’architettura originaria.

      Le origini misteriose dell’Abbazia di San Vittore delle Chiuse

      Alcune caratteristiche architettoniche della struttura hanno interessato gli studiosi che negli anni hanno cercato risposte in merito alle influenze negli stili architettonici.

      La pianta a croce greca iscritta in un quadrato, la facciata con le due torri, la disposizione delle absidi (cinque, semicircolari disposte una su ciascun fianco e tre sul lato absidale a oriente) la assimilano a una serie di chiese marchigiane con struttura simile (Santa Croce di Sassoferrato, Santa Maria delle Moje a Jesi e San Claudio al Chienti a Corridonia).

      • Santa Maria delle Moje   
      • S. Croce di Sassoferrato
       
      • S.Claudio al Chienti
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      • Abbazia di San Vittore delle Chiuse

      Questi edifici vengono definiti dagli studiosi deuterobizantini poiché si rifarebbero a modelli tipici dell’arte del secondo periodo aureo dell’Impero Bizantino. Come questo modello architettonico sia arrivato nelle Marche, è ancora oggi un mistero, ma s’ipotizzano contatti tra la nostra regione e l’area greco-bizantina oppure attraverso mediazioni di Venezia o Ravenna.

      Negli ultimi anni anche un’altra ipotesi è portata avanti dagli studiosi: il modello architettonico dell’Abbazia di San Vittore delle Chiuse potrebbe avere derivazioni di origine nordica poiché la struttura sembra essere vagamente rintracciabile in chiese tedesche, normanne e lombarde. Propria dell’architettura lombarda anche la sobrietà dell’esterno della struttura, che presenta soltanto archetti ciechi e lesene.

      Simbolismo all’interno dell’Abbazia di San Vittore delle Chiuse

      L’abbazia di San Vittore delle Chiuse rappresenta un luogo da esplorare alla ricerca di tranquillità e pace. Oltre alle origini ancora avvolte nel mistero, anche un altro aspetto incuriosisce studiosi e visitatori: sulla parete vicino alla porta sinistra dell’altare, è ben visibile, inciso nella pietra, un otto o un simbolo dell’infinito rovesciato. Diverse le ipotesi, da quelle che lo inquadrano come rimando alla possibilità di raggiungere l’infinito grazie alla fede a quelle che invece lo riconducono al passaggio dei Templari.

      Foto di Lorenzo Cicconi Massi

      Questo segno è solo una piccola parte del mistero che avvolge l’Abbazia di San Vittore delle Chiuse di Genga, per scoprirne di più non vi resta che recarvi a conoscere uno dei tesori nel Parco Naturale della Gola Rossa e di Frasassi.

      Itinerario alla scoperta del Parco Gola della Rossa e Frasassi

      Foto di copertina di Alessandra Bazzucchini @_echoes (da Instagram)

    • Il bellissimo edificio romanico a croce greca, ha annessa un’Abbazia che è ora adibita a Museo Speleo Paleontologico ed Archeologico, nel quale è custodito il fossile di ittiosauro, un rettile di ambiente marino che visse durante l’Era Mesozoica. Il complesso si inserisce perfettamente in un piccolo borgo dove si può godere di terme, ristoranti ed alberghi, in totale armonia con la natura circostante.

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    • Foto di Lorenzo Cicconi Massi

    • San Vittore alle Chiuse, l’abbazia-gioiello delle Marche  

      A due passi dalle Grotte di Frasassi, un’abbazia dalla bellezza senza tempo, immersa nel verde e custode di misteri e leggende che non vedrai l’ora di lasciarti svelare

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      È una delle maggiori chiese in stile romanico delle Marche, un tempio circondato dalla generosa natura marchigiana che sembra essere un tutt’uno armonico con la cornice che la custodisce. L’Abbazia di San Vittore delle Chiuse è un posto speciale, dove splendore architettonico e misteriose leggende si incontrano.

      Il suo nome la dice lunga sulla sua spettacolare posizione: attraversato dalle acque del fiume Sentino a sua volta sovrastate dall’iconico ponte in pietra, sembra quasi essere abbracciato da un naturale anfiteatro montuoso, appunto una ‘chiusa’, dal quale svetta in tutto il suo monumentale fascino.

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      Cosa vedere nell’Abbazia di San Vittore alle Chiuse

      Un primo elemento che salta all’occhio è l’incredibile somiglianza dell’abbazia con una fortezza difensiva, merito della torre cilindrica e dell’alto torrione quadrangolare che adornano la facciata dell’edificio. La sua architettura, insolita e diversa da quella che siamo abituati a ritrovare nelle abbazie italiane, è stato motivo di interesse da parte di tanti studiosi, che ne hanno ricercato l’origine giungendo a diversi risultati. Alcuni ritengono che ci siano delle similarità con architetture del nord Europa (tedesche, normanne e lombarde), tesi rafforzata dalla sua quasi severa sobrietà. L’Abbazia di San Vittore delle Chiuse, infatti, presenta una pianta a croce greca iscritta in un quadrato, arricchita da archi e volte in pietra che le conferiscono una certa linearità, interni poco illuminati e motivi ornamentali quasi del tutto assenti.

      Uno stile, quello dell’abbazia di San Vittore alle Chiuse, che si ritroverebbe peraltro in altre tre chiese marchigiane (Santa Croce di Sassoferrato, Santa Maria delle Moje a Jesi e San Claudio al Chienti a Corridonia), insieme alle quali formerebbe una sorta di ‘serie’ di edifici che gli studiosi definiscono deuterobizantini, poiché si rifarebbero a modelli tipici dell’arte e dell’architettura del secondo periodo aureo dell’Impero Bizantino (anche se ancora non è ben chiaro come un simile stile architettonico sia arrivato nelle Marche all’epoca della loro costruzione, che risale ai primi dell’anno Mille).

      Questo, dunque, è ancora oggi un mistero, e pensa che è solo il primo di una lunga serie di misteri che interessano l’Abbazia di San Vittore alle Chiuse e di cui ti parleremo tra pochissimo.

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      I misteri dell’abbazia di San Vittore alle Chiuse

      L’abbazia di San Vittore alle Chiuse è un luogo molto amato dai viaggiatori appassionati di misteri, leggende ed esoterismo, poiché al suo interno custodisce un simbolo molto particolare, inciso nella pietra e posto vicino alla pala sinistra dell’altare. Si tratta di un otto, o di un simbolo dell’infinito rovesciato, a cui sono state date nel tempo diverse interpretazioni: alcuni studiosi lo inquadrano come un rimando alla possibilità di raggiungere l’infinito grazie alla fede, altri credono che sia una traccia esoterica lasciata dai templari. Nonostante le diverse ipotesi formulate, ancora non si è giunti ad una risposta univoca, e quindi continuiamo a lasciarci avvolgere dal suo alone di mistero!

      Su alcune colonne della chiesa sono inoltre presenti dei graffiti che, secondo gli appassionati di esoterismo, rappresentano un Nodo di Salomone, e una losanga che simboleggia una variazione del noto simbolo del Centro Sacro.

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      Il Museo Speleo Paleontologico ed Archeologico

      Annesso al tempio c’è anche il Museo Speleo Paleontologico ed Archeologico dove è custodito il fossile di ittiosauro, un rettile di ambiente marino che visse durante l’Era Mesozoica e che, al secondo piano, rappresenta il suo reperto più importante.

      Il museo si sviluppa su tre piani, ciascuno dedicato ad una sezione: oltre a quella paleontologica dove si trova l’ittiosauro, abbiamo la sezione geologica al primo piano dedicata alla studio del fenomeno carsico, alla formazione della gola di Frasassi e del complesso ipogeo, e il terzo che ospita la seziona archeologica dove ammirare i reperti preistorici ritrovati nel territorio di Genga.

      Vittore_ChiuseDove si trova l’Abbazia di San Vittore alle Chiuse e come arrivare

      L’abbazia si trova nella piccola frazione di San Vittore, appartenente al comune di Genga che è uno dei maggiori che incontrerai nel Parco Naturale Regionale Gola della Rossa e di Frasassi.

      Per raggiugerla prendi l’autostrada A14 ed esci al casello di Ancona nord. Da qui imbocca la superstrada per Roma fino all’uscita per Genga e poi segui le indicazioni per l’abbazia.

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